Cassazione, Sezione I, Ordinanza n. 0982 del 2021
A quanto ammonta l’indennità di esproprio per un terreno non edificabile, perché inserito in una sotto-zona non edificabile ( ad esempio destinato a verde pubblico attrezzato), ma che concorre a determinare l’indice edilizio della zona edificabile nel cui perimetro si trova?
Si potrebbe sostenere che il valore di mercato a cui occorre far riferimento è sempre quello del bene agricolo. Oppure che in tale eventualità sia più equo commisurare l’indennità al valore dei terreni edificabili.
Nel caso di specie, una legge della Regione Puglia assegnava l’edificabilità a tutte le aree ricadenti nel perimetro delle zone edificabili, a prescindere dall’edificabilità in sé per sé. In virtù di questa norma, l’espropriato contestava innanzi all’ autorità giudiziaria il quantum dell’indennità liquidata dal Comune, poiché parametrata al valore dei beni agricoli. Il Comune stesso resisteva sostenendo che, essendo il terreno inserito in una sotto- zona non edificabile, l’importo era da considerarsi equo.
La controversia finisce in Cassazione, la quale, con ordinanza, solleva questione di legittimità costituzionale della legge regionale suddetta, nella parte in cui prevede che sono da considerarsi edificabili ” sempre e comunque” tutte le aree ricadenti nelle zone edificabili anche se, isolatamente considerate, non lo sarebbero perché destinate, ad esempio, a verde pubblico. In primis per violazione dell’art. 117 Cost, la quale norma riserva la materia dell’ordinamento civile alla competenza esclusiva dello Stato, tra cui rientra il concetto di edificabilità legale ( che per la legislazione nazionale significa possibilità di edificabilità effettiva in base agli strumenti urbanistici, che non si realizza, evidentemente, con il semplice inserimento del terreno nel perimetro di una zona edificabile). In secondo luogo per violazione dell’art. 3 Cost., in quanto si genererebbe un’evidente disparità di trattamento. Sarebbero indennizzati in maniera equivalente( con indennità parametrata al valore di mercato di bene edificabile) il proprietario di un terreno considerato edificabile e il proprietario di un terreno non edificabile- però inserito nel perimetro urbanizzato ed edificabile-
Evidentemente la decisione della Cassazione trova il presupposto anche nella considerazione che l’indennità da esproprio non deve essere irrisoria, ma neanche una forma di risarcimento danni. Ciò è chiaramente dovuto alla spiccata funzione sociale e collettiva che la proprietà ha nel nostro ordinamento, a differenza del significato sovranazionale ( CEDU) dove è considerata in pratica un diritto fondamentale.
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Cassazione, Ordinanza n. 0982https://www.cortedicassazione.it/cassazione-resources/resources/cms/documents/9829_04_2021_no-index.pdf9 del 2021